martedì 26 luglio 2011

Siracusa Tango Festival


E' difficile raccontare questa esperienza. Ci vorra' tempo per metabolizzarla, tanto e' stata diversa da tutto quanto mi sia successo prima. Di andare a dormire alle 8 di mattina dopo una notte insonne passata a ballare e vedere ballare, e non essere neanche tanto stanco, non mi era mai successo.
Queste cose sono probabilmente più naturali per i giovani di oggi, ma io da ragazzo non le ho mai fatte. Discoteche poche, e poi chiudevano forse alle 2. A Capodanno ricordo di aver fatto le 5 una volta nella vita.

Cosi come di ballare con donne che vengono da cosi lontano solo (o quasi) per il Festival. Dalla Svezia, dalla Russia, dal Giappone! 
Forse sono io che esagero e trasecolo perché scopro un mondo nuovo, ma ne sono assolutamente affascinato. Ci tornerò man mano che ci capirò di più

lunedì 11 luglio 2011

Son soddisfazioni...

"Grazie per tutti i tuoi insegnamenti. Sono andato nel gruppo di più bravi in assoluto."

sabato 9 luglio 2011

Pazzo per le parigine

Sarà che la città è cosi bella che rende bello tutto quello che la riguarda, ma io sono pazzo per le donne di Parigi.
Non solo quelle giovani e carine, anche se ce ne sono tante, ma tutte.
Hanno un aria cosi sicura, cosi superiore, che mi affascinano. Non sono curatissime come sono talvolta le italiane, che si pettinano truccano e vestono all’ultima moda, senza pensare cosa gli sta veramente bene; no, loro mettono quello che le rende sicure. I capelli, lunghi o corti sono spesso spettinati, i vestiti non particolarlente glamour, ma con sempre quel quid che le rende uniche.
In questo periodo vestono ballerine o sandali senza tacco. Con pantaloni stretti o gonne corte ma non inguinali. Alcune osano tacchi altissimi, sandali a fascia molto “aggressivi” che le fa risaltare. Sopra magliette, canottiere, quello che capita. Procedono dritte guardando davanti a se, sicure del proprio fascino, o forse fregandosene, che è un pò lo stesso. Ed io le guardo e le adoro...























PS: non a caso la foto in home è stata scattata a Parigi...

PPS: nei giorni successivi alla pubblicazione del post sono apparsi sul blog "l'armadio del delitto" delle note sullo stile delle parigine. Vista la fortunata coincidenza le riporto qui, dato che collimano con le mie osservazioni.

Bulles d'infos
La settimana francese continua con Bulles d'infos, una blogger parigina che scrive in un modo meraviglioso, con stile, ironia ma anche benevolenza. Bulles ha un blog più culturale che modaiolo, ma è anche una ragazza molto stilosa che vi parlerà della vera moda che seguono le parigine-mamme-lavoratrici-stressate-ma super simpatiche.

Bonjour Bulles, dammi tre aggettivi per definire la Parigina.
Affrettata, stracarica e... stressata!

Che cosa non deve mancare nell'armadio di una parigina?
Direi semplicemente dei vestiti di base. Poi dipende di ciò che si mette dietro a questa parola.
Spontaneamente penso a: dei jeans, una giacca tagliata bene, una blusa simpatica, delle t-shirt loose, delle maglie con il collo a V... e ovviamente un tubino nero! (be', servono anche le scarpe che vanno con tutto ciò).

La mise chic ma semplice di tutti i giorni. 
Dei jeans brut a taglio dritto o slim. Personalmente non investo molto, li compro da H&M o Zara. Li porto con un top carino: una maglietta o una t-shirt un po' lavorata e un trench.

Il tuo tocco personale?
Un paio di ballerine ovviamente! Sono un'appassionata di danza e penso che la mia dipendenza venga da là: ho l'impressione di essere una ballerina quando le porto. Ne parlo regolarmente sul mio blog. Ne ho di ogni genere! Per il mio compleanno, ho ricevuto un bellissimo paio Anniel con delle stelle (prima foto). Le adoro! Di recente, mi sono fatta fare un paio rosso su misura su questo sito. Il mio sogno? Un paio di Maloles.


Accro de la Mode


Bonjour Isabelle, dammi tre aggettivi per definire la francese.
SOBRIA nell'uso dei colori
CONVENZIONALE nella scelta dei suoi look
MISURATA nell'indossare i suoi accessori.

Che cosa non deve mancare nell'armadio di una francese?
Un foulard Hermès.

La mise chic ma semplice di tutti i giorni.
Dei jeans, una maglia blu marino o una camicia bianca, dei bei sandali di pelle naturale.

Il tuo tocco personale?
Un basco d'inverno, delle collane etniche d'estate.

L'indispensabile di quest'estate?
Qualcosa in plissé soleil o qualcosa di giallo limone.

Un errore da non fare mai.
Seguire la moda cecamente.

Il tuo motto?
La mode c'est bien, le style c'est mieux.
La moda è bene, lo stile è meglio.

Una boutique?
La boutique Gago a Aix-en-Provence. Una mina di oro per ogni modaiola.




martedì 31 maggio 2011

Aver sonno ed esser stanchi

Aver sonno ed esser stanchi non sono sinonimi. Non solo letteralmente indicano due cose diverse, ma sono due "categorie dello spirito" qualsiasi cosa voglia dire.
Aver sonno indica una condizione psicologica, causata da inquietudine, ansia, agitazione, di natura nota od ignota che non permette un sonno adeguato e lascia al risveglio la voglia solo di rimetterci a letto.
Essere stanchi è il risultato di attività fisiche od intellettuali gratificanti che però implicano dispendio di energie o scarsità di ore di sonno. La stanchezza risultante è sana e sopportabile con il sorriso.

Sarebbe bello che la stanchezza superasse sempre il sonno, anche se invece è più vero il contrario.

mercoledì 25 maggio 2011

Polina Semionova

Un omaggio ad una ballerina vista ieri sera, che mi ha ammaliato.

martedì 17 maggio 2011

Dubbi, dubbi, dubbi

Poi accade che tu inviti a ballare una. Non una che non conosci, ma una con cui hai già ballato.
Con cui hai ballato bene, tu pensi.
Tu non puzzi, sei vestito bene, piacevole nella media degli altri.
Beh, la inviti. Ma lei ti dice di no.
Ma come, avevamo ballato cosi bene. (cose che si pensano, non si dicono).
Va beh, era stanca.
Poi inviti un altra, e ti risponde allo stesso modo.
E tu non capisci. Non capisci DOVE sbagli, COSA sbagli, DOVE sia il problema.
Ho corretto gli errori, pensavo. ed allora?
Che faccio, mollo?
O intensifico gli studi.
Ci sono uomini con cui tutte vorrebbero ballare.
Vorrei diventare anche io cosi. O almeno provarci.


PS: questo post fa il paio con un altro, più vecchio ma non ancora pubblicato....in arrivo

martedì 3 maggio 2011

Quando uno é fatto cosi... la ronda

Ieri sera la mia ballerina preferita, con cui avevo faticosamente conquistato un tango a fine serata mi rivela che é il suo compleanno e che avrebbe voluto tantissimo avere una ronda, ma che i suoi amici non gliela avevano organizzata. Che fa allora il vostro eroe? lascia la ragazza sulla pista :(, corre dal musicalizador e riesce ad ottenere per l'ultimo, ma proprio l'ultimo tango la fatidica ronda.
Facendo felice la ragazza.
Ecco, a far questo mi é ritornato in mente di quando, nei miei vent'anni, facevo questi bei gesti. Non per calcolo, che poi non ho mai ottenuto niente in cambio, anzi, talvolta ho favorito successi altrui, ma solo per far felice una persona.
Sono tornato a quei tempi, e stamattina ancora ne sorrido.